La città scaligera, nota come luogo della tragedia di Romeo e Giulietta, è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per la sua struttura urbana e per la sua architettura: Verona è un chiaro esempio di città che si è sviluppata progressivamente e ininterrottamente durante duemila anni, integrando elementi artistici di altissima qualità dei diversi periodi che si sono succeduti; rappresenta inoltre in modo eccezionale il concetto di città fortificata in più tappe determinanti della storia europea.
La città sorge lungo le rive del fiume Adige, nel punto in cui questo entra nella pianura Padana e forma un caratteristico doppio meandro, a una trentina di chilometri a est del lago di Garda. È situata a 59 metri sul livello del mare, ai piedi dell’appendice meridionale dei monti Lessini: il colle San Pietro. Inoltre si trova nell’unico punto in cui l’arco alpino meridionale (o italiano) diventa convesso rispetto ai 3 grandi archi concavi presso Cuneo, Varese e Udine. L’area urbana scaligera è al centro di un hinterland che al 2001 conta circa 482.000 abitanti. È, dopo Catania, la 2ª città italiana più popolosa non capoluogo di regione.
Anticamente la città era un punto nodale di tutti i sistemi di trasporto terrestre e acquatico dell’Italia nord-orientale. Al tempo dei Romani, infatti, era il punto di incontro di quattro strade consolari: la via Gallica, la via Claudia Augusta, il vicum Veronensium e la via Postumia. Ancora oggi Verona costituisce un importante nodo geografico – stradale, ferroviario e autostradale -, al crocevia tra le direttrici che collegano l’Italia centrale e nord- occidentale con il passo del Brennero.
Verona è una delle maggiori città d’arte d’Italia per le sue ricchezze artistiche e archeologiche. La città ha uno sviluppo complesso, ma due opere murarie ne accentuano la divisione tra parte romana e moderna (fino alla seconda metà dell’Ottocento): da una parte le mura romane che circondano il cuore della città tra porta Borsari, porta Leoni e le mura di Gallieno, dall’altra la cosiddetta circonvallazione interna con fortilizi rinascimentali (completati sotto gli austriaci).
Nella Verona antica è sensibile l’opera restauratrice di Cangrande della Scala: il forte impatto visivo dato dal colore rosso dei mattoni degli splendidi palazzi gotici è temperato dal sapiente utilizzo dell’antico marmo bianco romano; opera, questa, frutto della politica scaligera di ritorno ideale ai fasti imperiali. Da qui la nuova urbs marmorea, rifulgente nel bianco lastricato di piazza delle Erbe, al centro della quale troneggia luminosa la fontana di Madonna Verona, composta di parti provenienti dalle antiche terme romane.
Verona fu sotto servitù militare per tutto il periodo in cui vi fu la dominazione austriaca, per cui lo sviluppo edilizio privato fu scarso, a fronte però di un grande sviluppo delle strutture militari. In particolare furono ricostruiti e potenziati tutti i bastioni (che erano stati semidistrutti dai francesi) e venne creata ex novo un’impenetrabile rete di forti, in particolare a ovest della città (rivolti verso il crescente stato sabaudo) e sul colle San Pietro. Uno degli edifici che può riassumere il pensiero architettonico asburgico è l’arsenale Franz Josef I, gigantesco complesso militare, con un perimetro di 392 metri per 176 metri, e munito di numerose torri di guardia; composto da nove edifici, sul lato maggiore si trova l’edificio di comando, internamente si trovano tre isolati destinati agli uffici amministrativi e progettuali, e ai loro lati trovano posto magazzini e scuderie. L’arsenale si ispira all’architettura tedesca, ma anche allo stile neogotico, stili fino ad allora lontani alla realtà veronese, tanto che vennero utilizzati in parte mattoni rossi nella costruzione, materiale molto utilizzato nell’epoca scaligera, in modo da non allontanare troppo lo stile architettonico da quello cittadino.
Simile all’arsenale nell’architettura è il Castel San Pietro, una caserma ispirata in parte ai castelli tedeschi. Nell’edificio erano presenti le camerate per l’esercito, alloggi e uffici per gli ufficiali, depositi e officine. Il piazzale davanti a castel San Pietro poteva essere utilizzato dall’artiglieria per colpire la città dall’alto in caso di guerra (o rivolta).
Due palazzi importanti, costruiti inizialmente a uso civile e per chiudere piazza Bra, anche se poi utilizzati dall’esercito asburgico, sono il palazzo della Gran Guardia e palazzo Barbieri, originariamente chiamato Palazzo della Gran Guardia Nuova. La costruzione del palazzo della Gran Guardia è stata molto lunga e travagliata, iniziata già nel XVII secolo. Nel 1848 i lavori erano ancora in corso, e furono fermati perché l’edificio venne utilizzato dall’esercito austriaco durante la prima guerra d’indipendenza. La Gran Guardia fu finalmente conclusa nel 1853. Grazie alla sua mole e alla sua forma è riuscita a tenere testa all’Arena, che si trova a poche decine di metri di distanza, oltre i giardini di piazza Bra. Palazzo Barbieri è un edificio in stile neoclassico progettato dall’ingegnere Giuseppe Barbieri; la sua costruzione iniziò nel 1836 e venne portata a termine nel 1848. Durante l’occupazione austriaca il palazzo fu adibito prevalentemente a usi bellici e solo dopo l’unione del Veneto al Regno d’Italia si scelse, per la sua importanza e la sua centralità, di destinarlo a sede degli uffici comunali.
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